mercoledì 17 novembre 2010

Giochi a somma (non) zero

Un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di confessare di avere torto. Il che è come dire che oggi è più saggio di quanto non fosse ieri
(Jonathan Swift)


Gioco a somma zero: situazione nella quale il guadagno-perdita di un partecipante è perfettamente bilanciato dal guadagno-perdita di un altro partecipante. Tradotto: se qualcuno ha torto, qualcun'altro ha ragione; se qualcuno ci perde, qualcun'altro ci guadagna. Non in Italia.

Prendiamo le polemiche relative alle accuse mosse da Roberto Saviano nell'ultima puntata di “Vieni via con me” sui rapporti tra Lega e 'Ndrangheta al Nord. Lo scrittore ha sbagliato.
Innanzitutto perchè l'attribuzione dello status di “interlocutore” delle organizzazioni mafiose ad un solo partito è un errore talmente grossolano da sembrare volutamente capzioso per chi, come Saviano, conosce molto bene le logiche dei clan e la loro “apartiticità”, duttilità e trasversalità politica, requisito fondamentale per massimizzare le possibilità di infiltrazione nei piani alti della politica. Trasversalità che, come dimostrano le indagini ai danni dell'ex sindaco di Trezzano sul Naviglio Tiziano Butturini (Partito Democratico) da parte della direzione disterttuale antimafia, vige anche al Nord. Par condicio padana.
In secondo luogo poichè trae da una notizia vera, seppur riportata in modo frettoloso, generalizzazioni pressapochiste. I fatti sono questi.
Angelo Ciocca, consigliere regionale lombardo in quota Lega, viene filmato mentre discute con Pino Neri, esponente della 'Ndrangheta, sulla possibilità di candidare al Comune di Pavia un uomo dell'organizzazione calabrese. Risultato: un nulla di fatto. I vertici della Lega si oppongono alla candidatura ed il piano salta. Sono fatti sufficienti per stimolare un dibattito e, magari, un repulisti all'interno del partito di “Roma ladrona”? Assulutamente si. Bastano per accusare la Lega di “interloquire” con le organizzazioni mafiose al nord? Assolutamente no. Ci sono altre e più consistenti prove dei legami 'Ndrangheta-Lega Nord? Benissimo, che Saviano ne parli. Non ci sono? Allora eviti di esporsi all'immancabile controffensiva della Lega. Che, a proposito di giochi a somma (non) zero, non perde occasione per fare brutta figura e buttarla in caciara, vantandosi delle migliaia di arresti ai danni di boss mafiosi (come se fossero merito del pregiudicato Ministro dell'Interno Maroni e non del coraggio dei magistrati e di quelle forze di polizia ancora degne di tale nome) e chiudendo gli occhi di fronte ad un problema reale e preoccupante: quello della sempre più capillare presenza di organizzazioni criminali di stampo mafioso al nord ed in Lombardia.

Saviano, dunque, ha sbagliato. Diffidate da chi lo difende solo in quanto minacciato dalla Camorra, come se il solo fatto di avere la scorta imprimesse alle opinioni del perseguitato un timbro di verità, correttezza ed insidacabilità . L'esercizio del pensiero critico, vera e preziosa arma per difenderci ed uscire da questo zoppicante regime, è un atto disinteressato di onestà intellettuale: non può e non deve fare sconti a nessuno. Può essere sbagliato, ma rimane legittimo e desiderabile ove sincero ed argomentato. Diffidate da chi, in politica, vi chiede di amarlo: non vuole altro che la vostra supina sottomissione.

Ma il “se Atene piange, Sparta non ride” reso celebre da Enrico Mentana (a proposito: finalmente un telegiornale degno di tale nome) ed il nostro più prosaico gioco a somma (non)zero fanno vittime anche nel campo della politica “giocata”, quella fatta di voti e sondaggi elettorali. Protagonista, come al solito, il PD, vero e proprio guru del “giocare e perdere”.
Se a livello nazionale il PD perde consensi (26,5% contro l'oltre 33% del 2008) nonostante la parallela picchiata del Pdl, sceso ormai stabilmente sotto il 30% (28,5%), a livello locale il partito di centro-sinistra (nel senso che, come suggerisce il trattino, a volte sta al centro, altre volte sta a sinistra) fa addirittura peggio.
Nelle primarie di Milano il PD è riuscito ad incappare in una doppia sconfitta: perdere circa 15mila elettori nelle primarie cittadine (nel 2006 furono circa 82mila) e perdere le stesse primarie, nonostante il candidato avversario, Giuliano Pisapia, rappresentasse un partito, Sinistra Ecologia e Libertà, circa cinque volte più piccolo per bacino elettorale. Non una grande novità visto il recente passato (in)glorioso, quando qualsiasi candidato sostenuto alle primarie dal PD andava incontro a sconfitta certa. Leggendarie le sconfitte di Pistelli contro Renzi a Firenze e di Boccia (doppietta) contro Vendola in Puglia. Lo stesso Vendola che minaccia di sbaragliare le eventuali primarie di coalizione.
A meno che il Partito Democratico, per uscire e superare definitivamente il berlusconismo, non decida per un'astutissima alleanza con Udc e Fini (ovvero gli alleati di Berlusconi degli ultimi 12 e 16 anni) nel tavolo da gioco della politica italiana.
C'è un vecchio detto nel poker: “se dopo mezz'ora di partita non hai ancora capito chi è il pollo nel tavolo, allora il pollo sei tu”.

In Italia, la partita dura da 16 anni.