sabato 30 ottobre 2010

L’eterno ritorno del banale


"L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose"
(Esopo)


Il buon vecchio Nietzsche sorriderebbe compiaciuto osservando la squallida ciclicità della politica italiana. Il tempo passa, il morboso intreccio tra fatti avvilenti e loro (in)degni protagonisti si ripete tristemente, ripresentandosi con una sconcertante circolarità. La Trattoria Italia, insomma, non chiude mai.

Cambiano solo gli ingredienti delle pietanze servite. Ieri Napoli luccicante entro un mese, oggi splendente entro 3 giorni. Ieri il lodo ordinario, oggi il lodo (in)costituzionale. Ieri l’ “ingrata” Veronica Lario, oggi la “rompicoglioni” Marcegaglia. Ieri l’ingenuo Scajola, oggi lo sbadato Fini. Ieri nel lettone di Putin, oggi nella vasca idromassaggio. Condite il tutto con una spruzzata di rutti-pernacchie-S.P.Q.R. di Bossi, capostipite di quel fiero popolo padano che,schiusesi le uova di trota, ha potuto ritrovare il proprio spirito celtico nel degno erede (nonchè figlio) del suo storico ed indomito leader, ed il piatto è finito, pronto per essere servito ad ogni elezione.

Ma il piatto del momento è il “caso Ruby”. “Cos’ha fatto di strano Berlusconi? L’Italia va a puttane, lui si adegua” potrebbero dire i maligni.
La questione, però, è più sottile e va ben al di là del facile (e spesso falso) moralismo vomitato in questi giorni dai politici, dai media e dalle immancabili organizzazioni cattoliche. I punti da chiarire dell’ennesimo sexy-scandalo (che di sexy, per la verità, ha ben poco) non riguardano nè il numero delle ragazze che hanno partecipato alla presunta orgia, nè la marca dei loro reggiseni né il nome del procacciatore di fanciulle.
Certo, Annamaria Casati Stampa si roderebbe l’anima nell’immaginare un’intera stanza della prestigiosa residenza di famiglia adibita ad Harem. La stessa villa che nel 1974 Cesare Previti, pro-turore dell’allora minorenne ed orfana Annamaria, vendette a Berlusconi per 500 milioni di lire: più o meno il valore di uno dei quadri contenuti all’interno della Pinacoteca (eh già, l’antico monastero benedettino, oltre ad una biblioteca da 10mila volumi, sterminati terreni tutt’intorno ed i manieri del famigerato “Stalliere” Vittorio Mangano possiede anche una prestigiosa pinacoteca ). Ma – si potrà dire – fatti suoi.

Il "caso Ruby" porta  però a galla alcune questioni fondamentali, delle quali i vari giornali e telegiornali sembrano, incredibilmente, disinteressarsi. Semplici domande alle quali un Primo Ministro dovrebbe dare delle risposte.

Domande che chiariscano, prima di tutto, le circostanze che portano il capo di un Governo ad:

  • accogliere nella propria abitazione una minorenne avvezza ai furti, a scappare dalle case famiglia a cui le autorità la affidano in seguito alle sue “ragazzate”, a sviluppare una rete di conoscenze nell’industria della notte;
  • regalarle gioielli somme in denaro, che variano, a seconda delle fonti, dai sette ai centocinquanta mila euro, comprensivi di una Audi nuova di pacca;
  • dare il proprio numero di cellulare e quello del suo capo scorta a lei e ad altre giovani ragazze dalle non meglio precisate occupazioni;
  • affannarsi nel tentativo di impedire l’arresto, mentendo sull’identità della ragazza (“è la nipote del presidente egiziano Mubarak”) ed esercitando pressioni indebite sulle forze di polizia;
  • affidare la ragazza alla custodia di Nicole Minetti, igienista dentale e ballerina televisiva fatta eleggere come consigliere regionale in Lombardia, che, tuttavia, dichiara di non aver mai ospitato Ruby.

Domande che, magari, chiariscano:

  • se e perché agli inizi di settembre Luca Giuliante, dirigente del Pdl milanese, tirò fuori Ruby dagli uffici della polizia ferroviaria della Stazione Centrale, dove i poliziotti l’avevano accompagnata poiché priva di documenti ma con migliaia di euro in contanti al seguito;
  • se è una coincidenza il fatto che lo stesso Giuliante, attuale avvocato di Ruby, sia anche l’avvocato di Lele Mora e Roberto Formigoni nonchè tesoriere del Popolo delle Libertà;
  • se le dichiarazioni rilasciate da Ruby alle autorità e prontamente ritrattate nelle interviste successive siano o meno il frutto di un ricatto-estorsione perpetrato dalla stessa giovane ai danni di Berlusconi e, soprattutto, se il Premier si sia reso ricattabile da lei o da altre ragazze.

Finora Berlusconi, sostenuto a gran voce e con sprezzo della decenza dal suo esercito di yes men, non ha blaterato altro che la solita, patetica barzelletta del filantropo premuroso.
Va così: gli altri popoli hanno il governo che si meritano, noi le barzellette.

Sporche.

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